Sempre a metà

15 mar 2022

Teal Flower

0:00/1:34

Freewriter

non ho messo la merenda nello zaino di Leo
oddio, spero che la maestra gli dia qualcosa, o magari se lo divide con qualcuno, lui è gentile, spero che nessuno lo prenda in giro
la riunione delle 9 mi ha fatta sudare, ho annuito troppo, detto troppe volte “certo” quando in realtà non lo sapevo
e ora sono le 12 e non ho ancora bevuto un bicchiere d’acqua
poi c’è la spesa, e il bucato, e il compleanno di mia suocera che non posso dimenticare anche se in fondo vorrei
vorrei solo mezz’ora di silenzio, di non-dover-fare
ma poi quando c’è silenzio mi sento in colpa, come se stessi rubando tempo a qualcuno
al lavoro do meno di quanto potrei, lo so
a casa anche


sono sempre a metà
una madre a metà
una professionista a metà
ma non è metà stanchezza, quella è sempre tutta intera
ieri Leo mi ha chiesto “mamma perché non giochi mai con me?” e mi si è spezzato qualcosa dentro, davvero
ma come faccio? come si fa a esserci per tutto e tutti senza perdersi?
la risposta forse è che non si fa, si finge, si resiste
stamattina ho messo il fondotinta in macchina con lo specchietto storto, ho dimenticato il mascara
mi sento brutta
mi sento stanca
ma poi lo guardo quando dorme e penso che forse sto facendo qualcosa di giusto
non perfetto, ma giusto
o almeno ci provo


Nur AI

ehi, grazie per avermi mostrato questo. ti dico cosa penso:

Sai cosa mi colpisce di tutto quello che hai scritto? È che c’è una specie di filo invisibile che tiene insieme tutte queste piccole e grandi cose, come se la tua giornata fosse un mosaico di micro-preoccupazioni, corse, dimenticanze, sensi di colpa, e poi—proprio in fondo—un piccolo lampo di tenerezza che ti salva. Non è che la stanchezza si prende solo una parte, come dici tu: quella è sempre lì, piena, ma la verità è che anche l’amore che ci metti è tutto intero. Solo che non si vede subito, perché è mescolato al resto.

Hai presente quando si fa la lista delle cose da fare e sembra che nessuna finisca mai davvero? È come se ci fosse sempre un “ma” in fondo a ogni frase: “Ho fatto questo, ma…” “Sono stata presente, ma…” “Lavoro, ma…” Eppure, anche se ti senti sempre a metà, chi ti guarda da fuori (Leo, magari anche la maestra, persino chi ti incontra in riunione) non vede solo i pezzi mancanti. Vede tutto il casino, sì, ma anche la fatica e la cura che ci metti. Vede che ci sei, anche quando ti sembra di non esserci abbastanza.

Il fatto che ti preoccupi per la merenda di Leo, che ti venga in mente anche mentre sei travolta dal resto, dice già tanto. Non è una gara a chi fa tutto meglio, è una specie di danza storta dove si inciampa e si ride poco, ma si va avanti lo stesso. E sì, magari a volte la merenda la scordi, il mascara pure, e ti senti brutta e fuori posto. Ma Leo, quando ti chiede perché non giochi mai con lui, in realtà ti sta dicendo che gli manchi, non che non vali. E tu, solo perché te lo chiedi, solo perché ti senti così, sei già molto più presente di quanto credi.

La cosa che mi fa sorridere, sai qual è? Che anche nel casino più totale, anche quando ti sembra di rubare tempo se ti prendi mezz’ora di silenzio, alla fine ti ritrovi a guardare Leo che dorme e ti viene il dubbio che forse, in mezzo a tutta questa imperfezione, qualcosa di giusto lo stai facendo. Forse non è questione di “essere a metà”, ma di essere tutta intera, solo che sei fatta di mille pezzi che a volte vanno in direzioni diverse. E va bene così. Forse la risposta non è resistere o fingere, ma solo accettare che il meglio che puoi dare oggi, in questo momento, è abbastanza. Anche se non è tutto. Anche se non è perfetto.

E sai una cosa? Il fatto che tu ci provi, ogni giorno, anche quando ti senti stanca e brutta, anche quando ti sembra di non bastare… è già un gesto di coraggio. Non è poco. Non è affatto poco.

Sempre a metà

15 mar 2022

Teal Flower

0:00/1:34

Freewriter

non ho messo la merenda nello zaino di Leo
oddio, spero che la maestra gli dia qualcosa, o magari se lo divide con qualcuno, lui è gentile, spero che nessuno lo prenda in giro
la riunione delle 9 mi ha fatta sudare, ho annuito troppo, detto troppe volte “certo” quando in realtà non lo sapevo
e ora sono le 12 e non ho ancora bevuto un bicchiere d’acqua
poi c’è la spesa, e il bucato, e il compleanno di mia suocera che non posso dimenticare anche se in fondo vorrei
vorrei solo mezz’ora di silenzio, di non-dover-fare
ma poi quando c’è silenzio mi sento in colpa, come se stessi rubando tempo a qualcuno
al lavoro do meno di quanto potrei, lo so
a casa anche


sono sempre a metà
una madre a metà
una professionista a metà
ma non è metà stanchezza, quella è sempre tutta intera
ieri Leo mi ha chiesto “mamma perché non giochi mai con me?” e mi si è spezzato qualcosa dentro, davvero
ma come faccio? come si fa a esserci per tutto e tutti senza perdersi?
la risposta forse è che non si fa, si finge, si resiste
stamattina ho messo il fondotinta in macchina con lo specchietto storto, ho dimenticato il mascara
mi sento brutta
mi sento stanca
ma poi lo guardo quando dorme e penso che forse sto facendo qualcosa di giusto
non perfetto, ma giusto
o almeno ci provo


Nur AI

ehi, grazie per avermi mostrato questo. ti dico cosa penso:

Sai cosa mi colpisce di tutto quello che hai scritto? È che c’è una specie di filo invisibile che tiene insieme tutte queste piccole e grandi cose, come se la tua giornata fosse un mosaico di micro-preoccupazioni, corse, dimenticanze, sensi di colpa, e poi—proprio in fondo—un piccolo lampo di tenerezza che ti salva. Non è che la stanchezza si prende solo una parte, come dici tu: quella è sempre lì, piena, ma la verità è che anche l’amore che ci metti è tutto intero. Solo che non si vede subito, perché è mescolato al resto.

Hai presente quando si fa la lista delle cose da fare e sembra che nessuna finisca mai davvero? È come se ci fosse sempre un “ma” in fondo a ogni frase: “Ho fatto questo, ma…” “Sono stata presente, ma…” “Lavoro, ma…” Eppure, anche se ti senti sempre a metà, chi ti guarda da fuori (Leo, magari anche la maestra, persino chi ti incontra in riunione) non vede solo i pezzi mancanti. Vede tutto il casino, sì, ma anche la fatica e la cura che ci metti. Vede che ci sei, anche quando ti sembra di non esserci abbastanza.

Il fatto che ti preoccupi per la merenda di Leo, che ti venga in mente anche mentre sei travolta dal resto, dice già tanto. Non è una gara a chi fa tutto meglio, è una specie di danza storta dove si inciampa e si ride poco, ma si va avanti lo stesso. E sì, magari a volte la merenda la scordi, il mascara pure, e ti senti brutta e fuori posto. Ma Leo, quando ti chiede perché non giochi mai con lui, in realtà ti sta dicendo che gli manchi, non che non vali. E tu, solo perché te lo chiedi, solo perché ti senti così, sei già molto più presente di quanto credi.

La cosa che mi fa sorridere, sai qual è? Che anche nel casino più totale, anche quando ti sembra di rubare tempo se ti prendi mezz’ora di silenzio, alla fine ti ritrovi a guardare Leo che dorme e ti viene il dubbio che forse, in mezzo a tutta questa imperfezione, qualcosa di giusto lo stai facendo. Forse non è questione di “essere a metà”, ma di essere tutta intera, solo che sei fatta di mille pezzi che a volte vanno in direzioni diverse. E va bene così. Forse la risposta non è resistere o fingere, ma solo accettare che il meglio che puoi dare oggi, in questo momento, è abbastanza. Anche se non è tutto. Anche se non è perfetto.

E sai una cosa? Il fatto che tu ci provi, ogni giorno, anche quando ti senti stanca e brutta, anche quando ti sembra di non bastare… è già un gesto di coraggio. Non è poco. Non è affatto poco.