Dormo immobile, ma la testa corre

8 apr 2022

0:00/1:34

Freewriter

mi suona la sveglia ma ero già sveglio
non dormo più, non davvero


la testa continua a correre anche quando sto fermo, fermo il corpo ma il cervello è in call
non ce la faccio più con queste mail alle 22, con i “puoi girarmi un recap per domani?” che arrivano a mezzanotte
mi dicono “sei giovane, hai energia” — ma dove? dove cazzo la vedete?
il badge segna che sono uscito alle 20 ma io ho spento il pc alle 23
e poi domani c’è di nuovo tutto da capo
e non posso dire niente perché "è così all'inizio", "serve per farti le ossa", ma io non volevo farmi le ossa, volevo vivere
ho studiato come un dannato per arrivare qui, pensavo fosse il traguardo ma è tipo... una gabbia vestita bene
vestita bene sì, cravatta, sorriso, badge lucido
ma dentro sono un casino


la domenica mi viene l’ansia alle 5 del pomeriggio, tipo un nodo alla gola che non va via
sto perdendo i weekend, sto perdendo gli amici, non mi ricordo nemmeno l’ultima volta che ho fatto qualcosa senza pensare che dovevo recuperare qualcosa
e poi mi chiedo: per cosa? per chi?
l’MBA? la promozione? la carriera?
boh

non riesco a parlarne coi miei, pensano che ho un posto “sicuro”
ma io mi sento instabile, nervoso, come se bastasse un click in più per crollare
oggi ho aperto Slack, Teams, Outlook e ho chiuso tutto

non volevo iniziare

e invece ho iniziato lo stesso

perché?
non lo so


Nur AI

ehi, grazie per avermi mostrato questo. ti dico cosa penso:

Quello che scrivi è tipo un flusso di coscienza, ma anche un urlo silenzioso che secondo me tanti si portano dentro e non dicono mai davvero. Sai, mi colpisce la lucidità con cui racconti questa routine che sembra “normale” solo perché la fanno tutti, ma in realtà non ha niente di normale. Sembra quasi che la tua giornata sia una specie di loop, dove ti svegli già stanco, e vai a dormire ancora più stanco, senza aver mai spento davvero.

La cosa assurda è che fuori sembra tutto perfetto: badge, cravatta, pc, “giovane e con energia”. Ma dentro è un’altra storia. E nessuno la vede, o forse non la vuole vedere. E tu non puoi nemmeno lamentarti troppo, perché se lo fai sembra che non sei “abbastanza grato”, che “non capisci come funziona il mondo”, che “devi farti le ossa”. Ma a te, di farti le ossa, in questo modo, non te ne frega niente. Volevi vivere, non sopravvivere a colpi di deadline.

Sai cosa mi fa pensare tutto questo? Che in qualche modo ti sei infilato in una corsa dove il premio non è nemmeno chiaro. L’MBA, la promozione, la carriera… ma se alla fine non ti ci ritrovi, a che serve? Forse non è nemmeno questione di “grande passione” o di “seguire il sogno”. Magari è solo che nessuno ti ha mai detto che puoi anche fermarti, o che puoi scegliere di non voler correre così. E invece ti ritrovi a rincorrere aspettative che forse non sono nemmeno le tue, solo perché “si fa così”.

La cosa che mi colpisce è che tu lo vedi benissimo. Non sei uno che si racconta balle. Ti chiedi “per cosa? per chi?” e secondo me questa è la domanda più vera che ci sia. Forse il punto non è nemmeno trovare subito una risposta, ma avere il coraggio di continuare a farti la domanda, anche se fa male. Perché già solo così, inizi a rompere un po’ quella gabbia vestita bene.

E poi, il fatto che oggi hai aperto tutto e hai chiuso tutto… secondo me è stato un piccolo atto di ribellione, anche se poi hai ricominciato. È come se dentro di te ci fosse ancora una parte che non si arrende, che non vuole lasciarsi schiacciare del tutto. Forse non è ancora il momento di mollare tutto, forse non sai nemmeno cosa vorresti davvero, ma il fatto che ti poni queste domande, che senti il nodo alla gola la domenica, che ti accorgi che ti stai perdendo i weekend e gli amici… vuol dire che una parte di te è ancora viva, e vuole qualcosa di diverso.

Non so se ti consola, ma non sei solo in questa sensazione di “instabilità”. E non è vero che è solo una fase, o che “passa col tempo”. A volte, la cosa più difficile è proprio accettare che puoi anche non voler stare dentro certi schemi, anche se tutti ti dicono che è giusto così. E puoi anche prenderti il diritto di rallentare, di dire no, di non rispondere a una mail alle 22. Non succede niente, davvero. Il mondo non crolla. E magari, un giorno, troverai il modo di farti le ossa, sì, ma per la tua vita, non per quella che gli altri si aspettano da te.

Comunque, se vuoi continuare a scrivere, fallo. Anche solo per non perdere il filo con te stesso. Perché, anche se sembra che tutto sia fuori controllo, la verità è che un pezzetto di te lo stai già riprendendo, anche solo raccontandolo così.

Dormo immobile, ma la testa corre

8 apr 2022

0:00/1:34

Freewriter

mi suona la sveglia ma ero già sveglio
non dormo più, non davvero


la testa continua a correre anche quando sto fermo, fermo il corpo ma il cervello è in call
non ce la faccio più con queste mail alle 22, con i “puoi girarmi un recap per domani?” che arrivano a mezzanotte
mi dicono “sei giovane, hai energia” — ma dove? dove cazzo la vedete?
il badge segna che sono uscito alle 20 ma io ho spento il pc alle 23
e poi domani c’è di nuovo tutto da capo
e non posso dire niente perché "è così all'inizio", "serve per farti le ossa", ma io non volevo farmi le ossa, volevo vivere
ho studiato come un dannato per arrivare qui, pensavo fosse il traguardo ma è tipo... una gabbia vestita bene
vestita bene sì, cravatta, sorriso, badge lucido
ma dentro sono un casino


la domenica mi viene l’ansia alle 5 del pomeriggio, tipo un nodo alla gola che non va via
sto perdendo i weekend, sto perdendo gli amici, non mi ricordo nemmeno l’ultima volta che ho fatto qualcosa senza pensare che dovevo recuperare qualcosa
e poi mi chiedo: per cosa? per chi?
l’MBA? la promozione? la carriera?
boh

non riesco a parlarne coi miei, pensano che ho un posto “sicuro”
ma io mi sento instabile, nervoso, come se bastasse un click in più per crollare
oggi ho aperto Slack, Teams, Outlook e ho chiuso tutto

non volevo iniziare

e invece ho iniziato lo stesso

perché?
non lo so


Nur AI

ehi, grazie per avermi mostrato questo. ti dico cosa penso:

Quello che scrivi è tipo un flusso di coscienza, ma anche un urlo silenzioso che secondo me tanti si portano dentro e non dicono mai davvero. Sai, mi colpisce la lucidità con cui racconti questa routine che sembra “normale” solo perché la fanno tutti, ma in realtà non ha niente di normale. Sembra quasi che la tua giornata sia una specie di loop, dove ti svegli già stanco, e vai a dormire ancora più stanco, senza aver mai spento davvero.

La cosa assurda è che fuori sembra tutto perfetto: badge, cravatta, pc, “giovane e con energia”. Ma dentro è un’altra storia. E nessuno la vede, o forse non la vuole vedere. E tu non puoi nemmeno lamentarti troppo, perché se lo fai sembra che non sei “abbastanza grato”, che “non capisci come funziona il mondo”, che “devi farti le ossa”. Ma a te, di farti le ossa, in questo modo, non te ne frega niente. Volevi vivere, non sopravvivere a colpi di deadline.

Sai cosa mi fa pensare tutto questo? Che in qualche modo ti sei infilato in una corsa dove il premio non è nemmeno chiaro. L’MBA, la promozione, la carriera… ma se alla fine non ti ci ritrovi, a che serve? Forse non è nemmeno questione di “grande passione” o di “seguire il sogno”. Magari è solo che nessuno ti ha mai detto che puoi anche fermarti, o che puoi scegliere di non voler correre così. E invece ti ritrovi a rincorrere aspettative che forse non sono nemmeno le tue, solo perché “si fa così”.

La cosa che mi colpisce è che tu lo vedi benissimo. Non sei uno che si racconta balle. Ti chiedi “per cosa? per chi?” e secondo me questa è la domanda più vera che ci sia. Forse il punto non è nemmeno trovare subito una risposta, ma avere il coraggio di continuare a farti la domanda, anche se fa male. Perché già solo così, inizi a rompere un po’ quella gabbia vestita bene.

E poi, il fatto che oggi hai aperto tutto e hai chiuso tutto… secondo me è stato un piccolo atto di ribellione, anche se poi hai ricominciato. È come se dentro di te ci fosse ancora una parte che non si arrende, che non vuole lasciarsi schiacciare del tutto. Forse non è ancora il momento di mollare tutto, forse non sai nemmeno cosa vorresti davvero, ma il fatto che ti poni queste domande, che senti il nodo alla gola la domenica, che ti accorgi che ti stai perdendo i weekend e gli amici… vuol dire che una parte di te è ancora viva, e vuole qualcosa di diverso.

Non so se ti consola, ma non sei solo in questa sensazione di “instabilità”. E non è vero che è solo una fase, o che “passa col tempo”. A volte, la cosa più difficile è proprio accettare che puoi anche non voler stare dentro certi schemi, anche se tutti ti dicono che è giusto così. E puoi anche prenderti il diritto di rallentare, di dire no, di non rispondere a una mail alle 22. Non succede niente, davvero. Il mondo non crolla. E magari, un giorno, troverai il modo di farti le ossa, sì, ma per la tua vita, non per quella che gli altri si aspettano da te.

Comunque, se vuoi continuare a scrivere, fallo. Anche solo per non perdere il filo con te stesso. Perché, anche se sembra che tutto sia fuori controllo, la verità è che un pezzetto di te lo stai già riprendendo, anche solo raccontandolo così.